DORMIRE CON LE PIANTE IN CAMERA NON NUOCE ALLA SALUTE


Tenere le piante nella propria camera da letto è nocivo o è solo un vecchio mito da sfatare?
Per mantenersi in buona salute è necessario pensare anche all’ambiente in cui si vive, si lavora e si dorme. Un uomo di quarant’anni, vive circa sedici anni sul suo letto. Scoprire cosa faccia bene o no al nostro fisico mentre dormiamo, è quindi molto importante. In questo articolo parleremo in particolare del tipo di effetti che derivano dal tenere delle piante nella propria camera da letto. Il rischio di soffocamento è reale o solo un vecchio mito da sfatare?
Quante volte vi siete sentiti dire che dormire con dei vegetali nella propria stanza fa male perché, a seguito del processo di Fotosintesi Clorofilliana, ci rubano l’ossigeno ed immettono nell’aria pericolosa anidride carbonica che finiamo per respirare con conseguenze dannose per la nostra salute? Tante scommetto!
La spiegazione di tale processo naturale va in realtà completata con alcune importanti considerazioni. Le piante, di notte, respirano come gli animali ed emettono bi-ossido di carbonio (CO2), lo stesso gas che esce dai nostri polmoni. Una persona adulta che pesa tra i 50 e gli 80 chili emette molta più anidride carbonica di un ficus benjamin di 20 chili o di una pianta di ciclamini. In questo articolo, oltre a rassicurarvi sul fatto che le piante in camera da letto non fanno male, vi mostrerò come, al contrario, esse contribuiscano al nostro benessere, rendendo l’ambiente più bello, rilassante ed anche purificato.
Ecco alcune delle più importanti funzioni che le piante svolgono in una camera da letto:
- Ridurre i livelli di stress nell’individuo
- Regolare il livello di umidità della stanza in cui dormiamo
- Rimuovere le sostanze nocive presenti nell’aria, ossia purificarla.
In modo particolare certe piante come l’Areca e il Potos sono particolarmente adatte allo scopo. La prima è stata ribattezzata “pianta del soggiorno” poiché pulisce l’aria durante le ore di luce, la seconda invece filtra l’aria, ripulendola dalla formaldeide, un composto chimico che appartiene ai cosiddetti composti organici volatili, potenzialmente presente in molti luoghi di vita e di lavoro. La formaldeide rappresenta un vero e proprio pericolo da tenere in considerazione, perché può provocare diversi danni al nostro organismo.
Esiste poi una terza amica verde, dalle proprietà altrettanto purificanti ma che, a differenza delle altre, lavora proprio di notte, motivo per cui è stata ribattezzata “pianta della camera da letto”. Si tratta della Sanseveria: di notte consuma anidride carbonica e produce ossigeno. Persino i ricercatori della Nasa la consigliano come una delle più adatte ad essere collocata nei luoghi chiusi, non avendo particolari esigenze d’acqua o di terreno. Se state già pensando di farla diventare parte dell’arredamento dell’ambiente in cui dormite, ricordatevi di collocarla in una zona protetta e luminosa durante il giorno.
Certo è che ogni pianta ha le sue peculiarità specifiche da tenere in considerazione, soprattutto rispetto alle proprie caratteristiche fisiologiche o a particolari patologie, come allergie. In modo particolare è consigliato evitare di mettere nella propria camera alcune piante a fiori come orchidee, giacinti, gigli, gladioli ed in qualche caso anche rose. Il motivo è legato al loro profumo intenso che potrebbe rendere più difficoltosa la fase di addormentamento, oltre che svegliarci nel cuore della notte.

Ovviamente chi soffre di allergia ai pollini è meglio che bandisca ogni pianta dalla stanza in cui dorme. Per tutti gli altri, invece, consigliamo di scegliere l’aloe vera, la sansevieria o il ciclamino: queste piante, infatti, rilasciano ossigeno nell’aria anche di notte con il buio.

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Mariangela