IL 24 Maggio si festeggia la Giornata Europea dei Parchi, per ricordare il giorno in cui, nel 1909 in Svezia, venne istituito il primo parco. Savona e Bergeggi partecipano alla iniziativa con "La Grotta Marina di Bergeggi" la più nota grotta marina della Liguria. ll percorso che dista dalla costa solo poche centinaia di metri, e sull’Area Marina Protetta. E’ facile restare abbagliati dai colori del mare che si infrange sulle scogliere sottostanti ma vale la pena osservare le specie vegetali pioniere tipiche di substrati calcarei e le specie arbustive della gariga e della macchia mediterranea tra le quali spiccano Campanula sabatia (esclusiva della liguria occidentale), Euphorbia dendroides, la rara Anthyllis barbajovis e l’endemica Thymelea hirsuta.
Sul territorio cresce anche l’anemone epatica che annuncia la primavera, poi primule, narcisi, acetosella, ginestre, cisto, poligala, vilucchio, gladiolo, globulario, bocche di leone. Alla fine dell’estate arriva il settembrino seguito da crocco e linaria; con l’inverno margheritine e alissi. Boschi di querce, pini, lecci, faggi, frassini, castani che proteggono nell’ombra funghi come boleti, porcini, colombine verdi, "sanguin". A primavera il Tordilium, ai margini delle strade la "borsa pastora" e la Pimpinella minor. Sulle colline crescono, agrifoglio, pungitopo, sorbo degli uccellatori; a levante, ginestre (più diffusa la "spagnola", alta fino a 2 metri), erica arborea, brugo e corbezzolo. Non mancano malva e bardana, anche se alcune delle più diffuse piante aromatiche sono timo, origano, santoreggia, mirto, finocchio selvatico, rosmarino.
Narra la leggenda che nella Grotta Marina di Bergeggi vivesse un terribile drago, adorato dalla popolazione della vicina città romana di Vada Sabatia. All’inizio del V secolo d.C. i Santi Eugenio e Vindemiale affrontarono l’esecrabile bestia armati solo del segnacolo della croce e la affogarono in mare. La leggenda simboleggia in realtà la vittoria del Cristianesimo sul Paganesimo, ma offre anche una chiara testimonianza del timore e del mistero con cui in passato veniva guardata la grotta. Quando il mare era in tempesta, da un foro sopra alla grotta (ancora presente negli anni Sessanta presso la Via Aurelia, prima dei lavori di ampliamento della sede stradale) fuoriusciva con regolare intermittenza un soffio d’aria sibilante che contribuiva ad alimentare il mistero. Si trattava in realtà di un soffione provocato dal moto ondoso che comprimeva ritmicamente l’aria nelle fessure carsiche facendola uscire con violenza verso l’alto.
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