GENNAIO CICLAMINO

Il nome del genere Cyclamen deriva dalla forma tondeggiante del tubero o anche dal curioso ed originale avvitamento che il peduncolo fiorale che assume una volta sfiorito .
Un po di storia!
Introdotto in Europa già verso la metà del '700, oggi è una delle piante fiorite ornamentali da balcone più coltivata: è oggetto dalla seconda metà dell'800 di un continuo miglioramento genetico con ibridazioni, selezioni e la registrazione di numerosissime varietà.
Inizialmente furono importati i tuberi dal Mediterraneo e coltivati in serra in Inghilterra modificando il suo lungo ciclo colturale da 4 anni a 18 mesi oggi invece sono molto apprezzate le nuove selezioni di varietà di misura più piccola e che più assomigliano al ciclamino spontaneo: Midi, Mini, Super mini.
Nei continui reincroci sono stati ripresi e trasmessi nel Cyclamen persicum coltivato quei caratteri del genoma originario di specie botaniche spontanee, ottenendo nuovi ciclamini dai fiori più piccoli ed anche profumati, ma allo stesso tempo arricchiti di una vasta gamma di colori e forme dei petali.
Oltre al noto C. persicum, sono conosciute altre 20 specie di ciclamino che praticamente ancor oggi crescono spontanee in Europa, nel bacino del Mediterraneo ed in molte regioni dell'Asia.
Pensando al ciclamino spontaneo più comune da noi, Cyclamen purpurascens, ciò che ci viene subito alla mente è il suo profumo fresco. Il C. europaeum vive in tutta Europa, da noi nell'arco alpino con una mutevole variabilità di colore della corolla e di forma delle foglie, caratteristiche cuoriformi con varie striature grigio-verde. Fiorisce in tarda estate: in luglio- agosto e ama le zone ombrose delle faggete e delle conifere, cresce rigoglioso nei suoli freschi di montagna, ma ben drenati; resiste alle basse temperature come la gran parte dei ciclamini dell'area mediterranea.
Presente a macchie tra gli siepi, fiorisce a tarda estate, con corolle rosa pallido o bianco dalle particolari auricole macchiate di rosa porpora. Le foglie che compaiono dopo la fioritura, hanno una caratteristica forma simile all¿edera e nella stessa pianta si possono notare anche grandi variazioni nel colore delle striature e nel contorno irregolare lanceolato ed appuntito.
La temperatura
I ciclamini non sono difficili da coltivare, ma molto dipende dal luogo in cui si vogliono piantare: per cui le specie spontanee si sono adattate al clima con inverno freddo e piovoso ed estate calda ed asciutta. Alcune come il C. coum, il C. hederifolium, il C. parviflorum il C. purpurascens ed il C. cilicium sono molto rusti ci e resistono anche a temperature invernali fino a 20 C°.
Altri come il C. colchicum, il C. intaminatum, il C. mirabile, il C. trochopteranthum ed il C. repandum sono meno rustici e per non compromettere la loro vegetazione è sufficiente non scendere sotto i 14 C°
Il C. balearicum, il C. creticum, il C. graecum ed il C. libanoticum non tollerano temperature al di sotto dei 4 C° ed infine il C. africanum, il C. cyprium, il C. rohlfsianum ed il C. persicum sono da coltivare riparati nelle zone con inverni a basse temperature.
Il ph del terreno
A parte il pericolo di gelate invernali, l'esigenze dei ciclamini sono modeste: sopportano un terreno dal pH variabile tra 5,5 e 8, mediamente dotato di sostanza organica, non compatto (i terreni argillosi o compatti vanno corretti con una parte di terriccio torboso e sabbia).
Il drenaggio
Preferiscono un substrato ben drenato: il tubero potrebbe andare incontro a infezioni di che ne causerebbe il marciume.
L'esposizione
Importante invece è scegliere l'esposizione: la maggior parte dei ciclamini predilige l'ombra e la loro migliore collocazione è al riparo dai raggi solari.

L'irrigazione
L'irrigazione va somministrata con regolarità nell'epoca della fioritura mentre, a parte le specie coltivate in vaso che vanno innaffiate comunque, in estate si lascia che con la siccità il ciclamino segua una pausa vegetativa.
La piantagione
Per la piantagione si possono utilizzare sia i tuberi che i semi o anche raccogliere i semi dai piccoli frutti direttamente nelle specie selvatiche.
Volendo iniziare a piantare qualche varietà sono preferibili i tuberi del C. coum, C hederifolium, C. purpurascens , C. cilicium interrandoli a 4-6 cm. su un letto lavorato e coprendoli solo con poco terriccio soffice, in estate.
La riproduzione
Riuscendo ad ottenere i nuovi frutti già nell'anno successivo, si può iniziare a propagarli interrandoli leggermente ancora freschi in estate, in cassette di germinazione da ripicchettare, o direttamente nell'aiuola e se invece i semi sono stati acquistati, immergeteli prima per 12-24 ore in acqua tiepida per favorirne la germinazione che avviene entro qualche settimana e nel secondo anno il bulbillo ingrossato si preparerà alla sua prima fioritura.

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cura del ciclamino

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Mariangela