CAMELIA IN BOCCIOLO

DESCRIZIONE CAMELIA INVERNALE
La specie originaria si presenta come un arbusto o piccolo albero di altezza fino a 5 m. e dall’habitus compatto, ideale per la costituzione di siepi e spalliere. Il fogliame sempreverde e lucido è composto da foglie ellittiche piuttosto piccole (4-10 cm circa), finemente seghettate, coriacee e di colore verde scuro. La tecnica colturale, poco dissimile da quelle delle altre camelie, è caratterizzata da un ciclo produttivo abbastanza lungo (4-5 anni come minimo) e da cure colturali tipiche delle altre piante acidofile. La colorazione va dal bianco, al rosa, al rosso con sfumature intermedie.

EPOCA DI FIORITURA
Il periodo di fioritura copre una vasta epoca dell’autunno e dell’inverno. Le varietà più precoci possono cominciare a fiorire a settembre-ottobre, quelle più tardive protrarsi fino a gennaio-febbraio.

ESIGENZE CLIMATICHE ED ESPOSIZIONE
Le zone adatte alla coltivazione sono a clima mite e non troppo secco. I limiti termici vanno da - 12°C a 30-35°C, ma non per periodi molto estesi. Prediligono posizioni semiombreggiate e al riparo da venti e correnti d’aria, anche se sono comunque più resistenti al caldo e sole diretto di quanto lo siano le camelie primaverili.

TERRENO
Amano terreno “di bosco”, sciolto e ricco di sostanza organica. Il pH del terreno deve essere acido (tra 5 e 6) e non calcareo, anche se a quest’ultimo sono meno sensibili delle camelie primaverili. Se il terreno del luogo di impianto è argilloso e/o calcareo, bisogna operare la sostituzione del terreno. Dopo aver preparato una buca ed aver assicurato il drenaggio con argilla espansa o ghiaia sul fondo, va riempito con torba bionda (2/3) e terreno originario (1/3) oppure sostituire completamente con terriccio per acidofile (ammendante vegetale composto).

IRRIGAZIONI
Amano terreno sempre fresco, ma non eccessivamente bagnato. Per evitare situazioni di ristagno aggiungere, nella composizione del terreno, del materiale per incrementare il drenaggio (argilla espansa, agriperlite o pomice). Le bagnature devono essere frequenti soprattutto durante la stagione estiva. Nel caso di acque d’irrigazione calcaree aggiungere prodotti acidificanti all’acqua o raccogliere l’acqua piovana.

PACCIAMATURA
Uno strato di pacciamatura mantiene fresco il terreno durante la stagione calda, protegge dai geli durante i periodi freddi e frena la crescita delle erbe infestanti. Il materiale da usare preferibilmente sono foglie (migliori sono faggio e castagno), aghi o cortecce di pino. Questi materiali decomponendosi forniranno nutrimento alle piante e manterranno il terreno acido. Una buona pacciamatura deve essere spessa circa 10 cm e rinnovata ogni 1-2 anni.

CONCIMAZIONI
Non hanno grandi necessità di fertilizzazioni e spesso possono soffrire per eccessi di concimazione. Utilizzare prodotti specifici per acidofile, durante la ripresa vegetativa (marzo-giugno). Un concime a lenta cessione (osmocote o nitrophoska) é sufficiente a coprire, in una unica somministrazione, tutto l’anno. Altri concimi per acidofile (13-5-9+2 o 12-10-11+2), da preferirsi quelli con aggiunta di sostanza organica (guano o cornunghia) vanno usati due o tre volte all’anno, dimezzando le dosi consigliate sulla confezione.

POTATURA
Le potature sono utili per mantenere la forma della pianta e per rendere la vegetazione più compatta (alleggerimento e/o diradamento della chioma, riduzione dell’altezza dei rami verticali). Intervenire prima del risveglio primaverile, quando le temperature cominciano ad innalzarsi (febbraio-marzo). I tagli devono essere di raccorciamento su rametti, in corrispondenza di una gemma o di una diramazione.

COLTIVAZIONE IN VASO
Utilizzare come substrato una miscela di torba e agriperlite (1/4) o terriccio per acidofile già pronto (ottimo se già fornito di sabbia silicea). Al momento del rinvaso, se la zolla radicale é troppo compatta, rompere la stessa soprattutto sul fondo (le radici così potate, saranno più pronte colonizzare il nuovo terriccio). Assicurarsi un buon drenaggio sul fondo del vaso con l’apposizione di uno strato di argilla espansa. Rinvasare le piante ogni 1-2 anni in contenitori di diametro maggiore (1/3 in più del precedente). Possono essere utilizzati vasi sia di coccio sia di plastica, ma evitare che, soprattutto quelli di plastica neri, si surriscaldino troppo al sole o siano troppo esposti al gelo (la pacciamatura in questo caso é da consigliarsi anche per la coltura in vaso (corteccia di pino). L’operazione di rinvaso deve precedere il periodo vegetativo, ma evitare i periodi freddi (mesi consigliati: settembre-ottobre o febbraio-marzo).

MALATTIE
Non sono molte le malattie delle camelie a fioritura invernale, ma é sempre meglio prevenirle nello stato iniziale. Alcune foglie gialle o secche sono normali comportamenti fisiologici della pianta, che rinnova la vegetazione ormai invecchiata. Quando invece anomalie interessano tutta o parti estese della pianta bisogna allora intervenire.
Foglie gialle con venature verdi: clorosi, dovuta ad eccesso di calcare e mancanza di ferro. Utilizzare soluzioni di solfato di ferro o chelati di ferro.
Foglie gialle e porzioni di pianta avvizzite: presenza di attacchi da parte di funghi che spesso seguono situazioni di ristagni idrici. Sostituire il terriccio con del nuovo e trattare con anticrittogamici
Foglie rosicchiate ai margini: danno estetico dovuto agli adulti di oziorrinco: utilizzare soluzioni specifiche di nematodi nel terreno contro le larve o prodotti fogliari contro gli adulti.
Foglie deformate e patina grigio-nera: fumaggini dovute alla presenza in precedenza di insetti succhiatori di linfa (afidi, cocciniglie o metcalfa) che imbrattano le foglie con melata, substrato ideale per le polveri e/o i funghi responsabili delle fumaggini. Utilizzare prodotti a base di oli minerali o di colza durante il periodo invernale contro le cocciniglie e trattare, durante la stagione vegetativa, con insetticidi aficidi

L’INSOLITA FRAGRANZA
Le camelie non sono generalmente profumate, ne fanno eccezione Camellia lutchuensis, C. fraterna, C. transnokoensis, C. vietnamensis e C. sasanqua. Ibridi tra queste ed altre specie sono stati creati per aumentare la fragranza dei fiori.
C. lutchuensis è ritenuta dalla maggior parte degli esperti la più profumata ed è stata diffusamente usata nei programmi di miglioramento genetico. Insieme alle altre camelie citate in precedenza ha un fiore piccolo, bianco e semplice e non è di facile coltivazione.
L’unica camelia ad avere una vasta gamma di varietà che emanino profumi differenti è C. sasanqua. Il profumo della sasanqua è abbastanza lieve ma intenso ed avvolgente soprattutto in giornate calde con alta umidità, che creano le condizioni migliori per l’estrazione degli oli. Camminando tra gruppi di sasanque, in giornate invernali particolarmente limpide, sembra di essere catapultati in primavera; il profumo dolce e fruttato dei fiori ed il ronzio dei pronubi, risvegliatesi per l’occasione, creano in giardino un’atmosfera del tutto particolare e straordinaria.

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Mariangela