I bucaneve sono piante erbacee perenni, dai bulbi esternamente ricoperti di tuniche marroni, con un germoglio centrale circondato da un tubo a guaina. Le foglie sono appaiate, talvolta anche a 3, a forma lineare o ellittico-oblunga, solitamente più corte del fusto al momento della fioritura, ma poi più lunghe. Il fusto fiorifero, o scapo, può essere cilindrico o compresso ed emerge dalle foglie portando sulla cima un involucro - detto "spata" - da cui poi esce un solo fiore pendulo. Quest'ultimo non ha veri petali, ma 6 segmenti detti tepali, disuguali fra loro e di norma di un bel bianco puro: i tre interni sono assai più piccoli e provvisti di un piccolo seno al margine, mentre quelli esterni sono oblunghi o ellittici. I bucaneve sono quasi sempre di facile coltivazione, a condizione che si seguano alcune regole di base. Il terreno deve essere ricco di humus, ben drenato, umido, di preferenza calcareo o solo leggermente acido e non deve inaridirsi troppo in estate. La posizione migliore è in mezz'ombra, ma anche l'ombra piena viene tollerata: tuttavia, vuole più sole e riparo dai venti freddi. Quasi tutte le specie sono sufficientemente rustiche, sopportando temperature invernali fino a -15° C. Il momento normalmente suggerito per mettere a dimora i bulbi in giardino è l'autunno, fra settembre e novembre, ma non si deve andare incontro al freddo eccessivo. La profondità indicata è di solito fra i 5 e gli 8 cm, con una distanza fra bulbo e bulbo di una decina di cm o qualcosa meno, anche se una semina irregolare è il metodo migliore per ottenere effetti più naturali. Una buona pacciamatura, con foglie secche e paglia, contribuirà a proteggere i bulbi da agenti atmosferici straordinari e da sbalzi termici eccessivi. Il metodo più idoneo per la moltiplicazione è quello della divisione dei bulbi subito dopo la fioritura, a foglie verdi, se possibile ripiantandoli immediatamente per non danneggiare le radici. Coltivazione in vaso Scegliere un contenitore ampio e non troppo basso, possibilmente di terracotta, e provvedere subito ad un buon drenaggio, mettendo sul fondo argilla espansa o ghiaia. Poi, mescolare terriccio da giardino, terriccio di foglie e sabbia fine in parti uguali; interrare i bulbi ad una profondità di circa 2 cm, con la gemma che sporga dalla superficie del terreno. Per una fioritura che avvenga intorno a Natale, questa operazione va fatta subito dopo la fioritura, portando poi i contenitori dall'aperto alla serra calda all'inizio dell'autunno.
I bucaneve sono piante erbacee perenni, dai bulbi esternamente ricoperti di tuniche marroni, con un germoglio centrale circondato da un tubo a guaina. Le foglie sono appaiate, talvolta anche a 3, a forma lineare o ellittico-oblunga, solitamente più corte del fusto al momento della fioritura, ma poi più lunghe. Il fusto fiorifero, o scapo, può essere cilindrico o compresso ed emerge dalle foglie portando sulla cima un involucro - detto "spata" - da cui poi esce un solo fiore pendulo. Quest'ultimo non ha veri petali, ma 6 segmenti detti tepali, disuguali fra loro e di norma di un bel bianco puro: i tre interni sono assai più piccoli e provvisti di un piccolo seno al margine, mentre quelli esterni sono oblunghi o ellittici. I bucaneve sono quasi sempre di facile coltivazione, a condizione che si seguano alcune regole di base. Il terreno deve essere ricco di humus, ben drenato, umido, di preferenza calcareo o solo leggermente acido e non deve inaridirsi troppo in estate. La posizione migliore è in mezz'ombra, ma anche l'ombra piena viene tollerata: tuttavia, vuole più sole e riparo dai venti freddi. Quasi tutte le specie sono sufficientemente rustiche, sopportando temperature invernali fino a -15° C. Il momento normalmente suggerito per mettere a dimora i bulbi in giardino è l'autunno, fra settembre e novembre, ma non si deve andare incontro al freddo eccessivo. La profondità indicata è di solito fra i 5 e gli 8 cm, con una distanza fra bulbo e bulbo di una decina di cm o qualcosa meno, anche se una semina irregolare è il metodo migliore per ottenere effetti più naturali. Una buona pacciamatura, con foglie secche e paglia, contribuirà a proteggere i bulbi da agenti atmosferici straordinari e da sbalzi termici eccessivi. Il metodo più idoneo per la moltiplicazione è quello della divisione dei bulbi subito dopo la fioritura, a foglie verdi, se possibile ripiantandoli immediatamente per non danneggiare le radici. Coltivazione in vaso Scegliere un contenitore ampio e non troppo basso, possibilmente di terracotta, e provvedere subito ad un buon drenaggio, mettendo sul fondo argilla espansa o ghiaia. Poi, mescolare terriccio da giardino, terriccio di foglie e sabbia fine in parti uguali; interrare i bulbi ad una profondità di circa 2 cm, con la gemma che sporga dalla superficie del terreno. Per una fioritura che avvenga intorno a Natale, questa operazione va fatta subito dopo la fioritura, portando poi i contenitori dall'aperto alla serra calda all'inizio dell'autunno.
È il nome di una pianta erbacea annuale (Papaver rhoeas L. = sinonimo Papaver erraticum J.Bauh.), appartenente alla famiglia delle Papaveraceae, dai raccoglitori di erbe selvatiche conosciuta con il nome di rosolaccio, ma più famosa per il fatto che in primavera-estate produce caratteristici fiori vistosi di colore rosso-vivo, che colorano intere distese di prati coltivati a grano o a cereali in genere. La dea romana delle messi, Cerere, era infatti rappresentata con in mano un mazzo di papaveri. Si può trovare facilmente anche negli orti, tra i ruderi, lungo le strade di campagna, dal piano fino ad una altitudine di 1600 metri. È originaria dell’Asia e delle regioni mediterranee orientali; in Italia è presente in tutto il territorio. Il nome del papavero, secondo la fantasiosa etimologia di alcuni autori, deriverebbe dal celtico papa, cioè “pappa”, in riferimento al fatto che nella pappa dei bambini veniva inserito il succo di questa pianta per farli stare calmi. Spuntano ai bordi dei campi di grano in estate lasciando tutti a bocca aperta e la cosa bella è che sono loro stessi che si autoseminano di anno in anno. La delicatezza dei petali del papavero unita a queste tinte altrettanto fini ed eleganti è perfetta per accostarli a fiori dai colori forti e vivaci che darebbero una nota stonata al giardino vicino ad altri fiori meno aerei e dai toni meno smorzati. Sono fiori rustici e i loro semi amano riposare sotto la neve fino a primavera (nei climi mediterranei) o all’estate (nei climi più freddi).
Inizia a fiorire a marzo e con l'arrivo dell'inverno i primi frutti cominciano a maturare. Le prime sono le arance Bionde, seguono quelle Rosse; la raccolta di queste seconde avviene più o meno nel periodo successivo alla festa dell'Immacolata, l'8 dicembre. I frutti arrivano a maturazione a maggio inoltrato, un albero adulto produce circa 500 frutti all'anno. Coltivare gli agrumi in vaso non è particolarmente difficile, è sufficiente porre attenzione alle esigenze delle piante. Ecco dei buoni consigli per riuscire ad avere aranci e limoni anche in terrazza Naturalmente esistono specie di agrumi più adatti alla coltivazione in vaso perché le piante hanno un sviluppo radicale minore, sono proprio questi gli esemplari che dovete scegliere per il vostro terrazzo o cortile.I vasi vanno posizionati in un angolo in pieno sole, o dove lo ricevano almeno 4 o 5 ore al giorno in primavera e in estate quando sono in piena attività vegetativa; in inverno il sole non ha importanza, a loro è sufficiente la luminosità.Non bisogna mai lasciare asciugare completamente la terra del vaso tra una annaffiatura e l’altra, se la terra è asciutta la pianta mostra subito segni di sofferenza, con le foglie appassite che tendono a cadere. Seguendo questa regola, probabilmente in estate bisognerà bagnare le piante tutti i giorni, mentre in inverno basterà farlo una volta ogni due settimane.Bisogna innaffiare sempre con acqua a temperatura ambiente, meglio conservarla in un secchio per dar modo al cloro di evaporare. Naturalmente in estate è meglio farlo nelle ore più fresche, al mattino è l’ideale.Vasi degli agrumi devono essere in cotto e non vanno messi in un sottovaso, ma devono avere dei piedini che li tengano sollevati da terra, in questo modo l’acqua non ristagnerà nelle radici.